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Al via la campagna "Failadifferenza" del Ministero dell'Ambiente

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Si chiama “Failadifferenza” la campagna promossa dal Ministero dell’Ambiente e dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri per sensibilizzare i cittadini sulla raccolta differenziata dei rifiuti. Differenziare gli scarti è un passo fondamentale per consentire l’attuazione di un corretto ciclo dei rifiuti. Questo non solo consente di ridurre le quantità da avviare al termovalorizzatore o in discarica, ma anche di recuperare valore con la cessione delle materie prime “differenziate” e, di conseguenza, permettere il riciclo e il recupero dei materiali con un minore impiego di risorse naturali. La campagna sarà “interattiva” e, contattando il Ministero (scrivendo una mail a: failadifferenza@minambiente.it) si potranno segnalare disservizi e altri problemi sulla gestione della raccolta delle immondizie sul proprio territorio. www.minambiente.it

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Sarà interattiva e i cittadini potranno segnalare i disservizi

AL VIA LA MESSA IN SICUREZZA DELLA EX DISCARICA DI VIA PRATI A MIRANO

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Presentato il progetto di messa in sicurezza, ripristino e compensazione ambientale della ex discarica di Ca’ Perale di Mirano. All’incontro hanno partecipato, tra gli altri, il sindaco Maria Rosa Pavanello, l’assessore all’Ambiente della Provincia di Venezia Paolo Dalla Vecchia. Il sito ha terminato la sua funzione nel 1996 dopo otto anni di attività e circa 400.000 tonnellate di rifiuti solidi urbani stoccati ed è stato sfruttato anche per la produzione di biogas. L’intervento, che ha una durata prevista di quattordici mesi ed è tutto finanziato dalla Regione, consisterà nella sigillatura e nel confinamento perimetrale del sito e si completerà con una azione di forestazione e di riqualificazione ambientale. /www.comune.mirano.ve.it

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Presentato il piano dei lavori che avrà una durata di quattordici mesi

La mappa dei Comuni ricicloni 2012

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Sono 1123 i Comuni italiani che si sono meritati l’appellativo di “Riciclone 2012” e rappresentano 6.820.799 di cittadini. Se a questi aggiungessimo i 3.075.486 degli altri 365 che hanno rispettato l’obiettivo di legge del 60 per cento di raccolta differenziata, si arriverebbe a quasi 10 milioni di abitanti. Questi sono i dati che emergono dal concorso di Legambiente. Dando un primo sguardo alla classifica generale, emerge come i migliori sistemi di raccolta differenziata dei rifiuti urbani sono a Nord-est dell’Italia. Nelle prime cinquanta posizioni ci sono ben quarantasei Comuni che appartengono a quest’area geografica: trentatré in Veneto, di cui venticinque in provincia di Treviso e sei in quella di Belluno a cui si aggiungono un comune veneziano e uno vicentino, undici in Trentino Alto Adige, tutti in provincia di Trento, e due in Friuli Venezia Giulia in provincia di Pordenone. I migliori Comuni del Veneziano sono San Stino di Livenza, Salzano, Portogruaro, Pianiga, Concordia Sagittaria, San Donà di Piave, Cavarzere, Musile di Piave, Campolongo Maggiore, Marcon, Cavallino Treporti. «Promuovere la cultura del riciclo e del riuso – dice il ministro dell’Ambiente Corrado Clini – è uno dei “fondamentali” sociali per consentire all’Italia di allinearsi all’Europa in materia di gestione dei rifiuti e, soprattutto per attuare quella “rivoluzione” ambientale ed economica che vede il rifiuto non più come uno scarto, un problema, bensì come una risorsa anche economica, capace di innescare e alimentare una filiera produttiva. E quindi di dare anche lavoro in un settore della green economy. La mappa dei “Comuni Ricicloni”, disegnata anche quest'anno da Legambiente, ci restituisce il consueto quadro a macchia di leopardo dove eccellenze, al nord come al sud, si alternano a carenze gravissime, basti pensare alla situazione di Roma. Occorre insistere nel costruire progetti e mentalità». www.legambiente.it

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Il Nord-est leader in Italia, trainato dal Veneto

LEGAMBIENTE “SI TUFFA” PER FIUMI E LAGHI PULITI

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Decine di migliaia di persone si tufferanno nei fiumi e nei laghi di tutta Europa. L’iniziativa si chiama “Big jump”, ed è la campagna europea di European Rivers Network (Ern) per rivendicare la balneabilità di tutti i corsi d’acqua, coordinata in Italia da Legambiente. In pratica si vuole lanciare un messaggio forte alle istituzioni locali ed internazionali perché adottino tutte le politiche necessarie al ripristino, entro il 2015, del buono stato ecologico dei diversi ambienti acquatici. Giunto alla sesta edizione, il “Big Jump”, conta nel 2012 più di 170 tuffi in tutta Europa. In Italia, sono in programma dodici tuffi organizzati dai circoli di Legambiente, a partire dal tuffo nel Po a Torino, dove fino a cinquant’anni fa era normale cercar refrigerio durante l’estate. «Nel 2015 – afferma il responsabile scientifico di Legambiente Giorgio Zampetti – tutti i principali corpi idrici italiani dovranno raggiungere un buono stato di qualità. Ma i dati pubblicati dall’Ispra, indicano che l’obiettivo è stato raggiunto solo dal 46 per cento dei fiumi e dal 37 per cento dei laghi. Perché la direttiva europea sia rispettata e soprattutto per consentire all’acqua di continuare a svolgere la sua funzione naturale, la tutela della quantità deve andare di pari passo con quella della qualità della risorsa. Occorre quindi puntare sull’integrazione di misure volte a ridurre i prelievi con misure volte a ridurre i carichi inquinanti: non solo classiche, come il completamento degli impianti di fognature e depuratori, ma anche innovative ed efficaci nei confronti del carico di origine diffusa, a partire dalla riqualificazione dei corsi d’acqua per trattenere gli inquinanti e migliorare lo stato ambientale dell’intero ecosistema fluviale». /www.legambiente.it

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Iniziativa con 170 tuffi in Europa e 12 in Italia

MAR MEDITERRANEO PIENO DI PLASTICA

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Ci sono 290 miliardi di micro-rifiuti che galleggiano nel mar Mediterraneo. I dati provengono da due missioni denominate “Med - Mediterraneo in pericolo” e fatte nel 2010 e 2011. Secondo gli esperti, se si dovesse continuare di questo passo, entro i prossimi trenta-quarant’anni diventerebbe un mare morto. La concentrazione media è superiore agli oceani Atlantico e Pacifico. Questo provocherebbe danni ingenti alle economie dei litorali che vivono di turismo. A fine luglio 2012, inizierà un’altra missione, che dovrà stabilire come la spazzatura galleggiante si sposta: l’obiettivo è avere una mappa completa entro il 2014. gogreen.virgilio.it/news/index.html

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Lo dicono due missioni denominate “Med - Mediterraneo in pericolo”

DOPO LE CITTÀ INTELLIGENTI, LOTTA ALLO SPRECO

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«Quasi 200 miliardi di euro investiti sia nei comparti più tradizionali, come le reti gas ed elettriche, i rigassificatori e l’estrazione di idrocarburi, sia nella cosiddetta “green economy”, ovvero l'efficienza  energetica, le rinnovabili elettriche e termiche e le reti intelligenti”. Lo ha detto il ministro allo Sviluppo economico Corrado Passera, intervenendo al Festival dell’energia di Perugia. Tra gli appuntamenti più attesi, l’intervento dell’etnologo e antropologo francese Marc Augé sul tema delle città intelligenti, nuovi snodi di intersezione tra luoghi e non luoghi. «Per evitare nuove forme di isolamento – dice l’esperto – le soluzioni saranno per forza spaziali, locali e politiche. La città ideale, quella del futuro, sarà senza più barriere». Durante il festival, è stato affrontato anche il tema degli sprechi energetici. In Italia si stima che  il 3 per cento del consumo sia imputabile agli sperperi alimentari: percentuale che equivale ai consumi energetici annuali di 1.650.000 italiani, o all’85 per cento dei consumi finali del comparto industriale dell’Emilia Romagna.  Intanto, secondo uno studio sulla povertà energetica, emerge che 150 milioni di cittadini europei non sono in grado di pagare i costi relativi al riscaldamento, agli elettrodomestici e al gas per cucinare. A livello italiano, la povertà energetica riguarda circa il 10 per cento delle famiglie. http://www.festivaldellenergia.it

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A sostenerlo è il ministro allo Sviluppo economico Corrado Passera, intervenendo al Festival dell’energia di Perugia.

EUROPARLAMENTO APPROVA “SEVESO III”

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Il Parlamento europeo ha approvato la legislazione “Seveso III”, che ora dovrà ottenere il via libera del Consiglio dell’Unione europea per entrare in vigore nel giugno 2015. In pratica gli stabilimenti che contengono sostanze chimiche pericolose, saranno oggetto d’ispezioni più regolari e migliorerà l’accesso dei cittadini alle informazioni sugli impianti e sui piani di emergenza. Saranno rafforzate le norme già esistenti, per garantire che le installazioni a maggior rischio siano ispezionate almeno una volta l’anno, mentre quelli a minor rischio una volta ogni tre anni.  Le autorità effettueranno ulteriori controlli in caso di lamentele o se sospettano violazioni alle regole. Inoltre avranno il diritto di ricevere informazioni sugli stabilimenti vicini, anche se non sono coperti dalle norme Seveso. www.europarlamento24.eu

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Ispezioni più severe per gli stabilimenti che contengono sostanze chimiche pericolose

RICETTA DELL’EUROPA: COME SALVARE IL SUOLO

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Ogni anno, in Europa, si usano 1000 chilometri quadrati per attività umane e una gran parte di questa finisce per essere impermeabilizzata. E questo è una delle cause principali del degrado del suolo, andando a incidere sui terreni agricoli fertili, mettendo a rischio la biodiversità, aumentando quello d’inondazioni e di rarefazione delle risorse idriche e contribuendo al riscaldamento climatico. Così Commissione europea ha dato le nuove strade per correre ai ripari. Da Bruxelles si raccomanda una pianificazione territoriale più intelligente, l’uso di materiali più permeabili e una riduzione dell’espansione urbana. Inoltre si deve puntare alla riqualificazione delle aree industriali dismesse, prevedendo l’impiego di materiali permeabili anziché il cemento o l’asfalto, dando sostegno alle infrastrutture verdi e all’utilizzo, più diffuso, dei sistemi di recupero delle acque naturali. Anche la riduzione dei costi di urbanizzazione nei bilanci comunali, a detta della Commissione europea, può favorire la pianificazione a lungo termine. /www.agrinotizie.com

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Ogni anno 1000 chilometri quadrati finisce per essere impermeabilizzata

EUROPA, ANCORA TROPPI RIFIUTI IN DISCARICA

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I deludenti risultati dei dieci nuovi Paese aderenti all’Unione europea, rischiano di non far rispettare l’obiettivo di riciclare almeno il 50 per cento dei rifiuti domestici entro il 2020.  La discarica continua a essere la principale modalità di trattamento nella Ue a 27: il 38 per cento degli scarti è stato interrato, il 22 per cento incenerito, il 25 per cento riciclato e il 15 per cento compostato.
Le differenze tra Stati membri sono sensibili; in alcuni, la discarica rappresenta ancora l’unica (o quasi) modalità di trattamento. E questa soluzione riguarda quasi il 100 per cento dei rifiuti in Bulgaria, il 99 percento in Romania, il 94 per cento in Lituania e il 91 per cento in Lettonia. Le percentuali più elevate di rifiuti urbani inceneriti sono state osservate in Danimarca, Svezia, Paesi Bassi, Germania, Belgio, Lussemburgo e Francia. In dieci Stati membri, l’incenerimento è stato pari o inferiore all’1 per cento. Le più alte percentuali di riciclaggio si registrano in Germania, Belgio, Slovenia, Svezia, Irlanda e Paesi Bassi. Gli Stati membri con i tassi più elevati di compostaggio per i rifiuti urbani sono l’Austria, Paesi Bassi, Belgio, Lussemburgo, Danimarca e Spagna. Anche l’Italia è lontana dai target dell’Unione europea: in discarica finisce ancora il 51 per cento dei rifiuti mentre il 15 per cento è incenerito, il 13 per cento compostato e solo il 21 per cento riciclato. /www.europarlamento24.eu

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I nuovi Paesi aderenti all'Unione europea, rischiano di non far rispettare i limiti imposti entro il 2020

CORSO SUL PIANO DI TUTELA DELLE ACQUE

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Appuntamento venerdì 13 luglio al Parco Scientifico Vega di Mestre (al primo piano dell’edificio Auriga) dalle 14.30 alle 18 con il corso dal titolo “Piano di tutela delle acque: analisi della nuova delibera della giunta regionale veneta numero 842/2012. Scadenze, soluzione e casi pratici”. Con questo documento, Palazzo Balbi ha approvato alcune modifiche alle norme tecniche di attuazione del Piano di tutela delle acque. Di fatto, è stata la conseguenza di diverse chiarimenti, richiesti dai soggetti coinvolti nell’applicazione pratica del Piano, in aggiunta all’opportunità di redigere un testo coordinato comprensivo delle ultime modifiche legislative introdotte. Il nuovo testo si propone di rendere più efficace e meglio applicabile sul territorio le disposizioni, oltre a cercare di rispondere alle esigenze di semplificare, a livello amministrativo, le procedure di autorizzazione e le condizioni di applicazione delle norme. Obiettivo del corso è analizzare il quadro normativo revisionato, soffermandosi sull’analisi delle ultime novità introdotte, grazie all’intervento di relatori e consulenti esperti. Interverranno Domenico Guidi (Mda Avvocati associati d’impresa), Mauro Gallo e Andrea Cuman (eAmbiente) e Federico Serena (Arpav Treviso). /www.provincia.venezia.it

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Si svolgerà venerdì 13 luglio 2012 al Parco Scientifico Vega di Mestre

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